Già pubblicata qualche anno fa, ho rivisto recentemente questa immagine pubblicata nel gruppo delle “laniste bolognesi”,la mia città di origine e quindi vi ripropongo il post.
La dolcezza di una madre che lavora con i 4 ferri la tunica per il suo bambino ..è quella di tutte le madri .
Il quadro è di Mastro Bertram, del ‘400,
E qui invece un passo del libro di Erri de Luca “in nome della madre” letto da Fabio Volo con perfetto accento..bresciano..ma la magia resta, la madre che vuole godersi il suo bambino tutta da sola almeno per la prima notte..
Un augurio speciale a tutte le madri e a quelle che lo stanno per diventare..questo Natale è dedicato a te, Camilla, che porteri in famiglia il prossimo bambinello ..
Una lettrice a proposito della tunica,mi aveva scritto queste righe:
“Marìca, stavo facendo la lettura biblica in preparazione della commemorazione della morte di cristo che abbiamo iniziato giovedì 10 aprile, il 9 nisan secondo il calendario lunare ebraico in uso al tempo di Gesù, culmina con il suo sacrificio il 14 Aprile corrispondente alla data del 14 nisan, e termina il16 aprile che sarebbe il 16 nisan (è una coincidenza che quest’anno le date corrispondano):
“Martedì mentre mio marito leggeva, il passo era dal vangelo di Giovanni capitolo 19 versetto 23 nella versione CEI dice:I soldati poi quando ebbero crocefisso Gesù, presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una per ciascun soldato: Ora la tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo, da cima a fondo…… versione società biblica di Ginevra: ……..la tunica era tutta d’un pezzo tessuta per intero, dall’alto verso il basso….
Vergognosamente, in quel momento , mentre mio marito leggeva con rispetto, mi è scappato MA E’ UN TOP DOWN, LA TUNICA DI GESU’ E’ UN TOP DOWN
.Ormai potrò migliorare, ma per guarire non ci sono speranze. la knittite è cronica ormai anche se più teorica che pratica”
Baci
Ivana”
Io ,poi guardando il quadro ,con i ferri in cima, ho pensato: non è topdown, ma bottom up!
in effetti siamo malate..
Qualche nota colta sul quadro e il pittore:
Mastro Bertram, o Bertram von Minden (Minden, 1345 circa – Amburgo, 1415), è il più antico pittore e scultore tedesco di cui si conosca il nome.
Nato nel 1345 circa da una famiglia borghese originaria di Minden, successivamente è ad Amburgo, dove è citato nei conti della città dal 1367 al 1387.
Nel 1390 l’artista compie un pellegrinaggio a Roma e, come di consuetudine prima di intraprende un lungo viaggio, redige un testamento seguito da un secondo nel 1410, dove si fa chiamare come Bertram, pittore borghese di Amburgo.
Nel 1395 il maestro lavora a Lubecca per le feste in onore di Carlo IV di Boemia. Del 1410 circa è l’Altare della vita della Vergine, proveniente da Buxtehude e ora ad Amburgo. Del suo catalogo fanno parte anche sei scene della Vita di Cristo in due ante di un perduto altare, ora conservate a Parigi. Muore sicuramente prima del 1415, anno nel quale i parenti originari di Minden fanno valere i propri diritti sull’eredità.
( wikipedia )
Il quadro è la pala dell’altare di Buxehude in Germania, nota come “La visita degli Angeli”, dipinta da Mastro Bertram nel 1400, nel quale viene rappresentato un momento di vita familiare all’interno della casa di Nazareth. Nel dipinto si può osservare la Madonna intenta a sferruzzare una piccola tunica “inconsutile”, cioè senza cuciture, per Gesù Bambino
Tratto da un articolo sulla storia del lavoro a maglia:
http://www.associazione-lacicogna.it/il-lavoro-a-maglia-un-autentico-antistress/http://www.associazione-lacicogna.it/il-lavoro-a-maglia-un-autentico-antistress/
Un’amica francese,Marie Pierre aggiunge: che c’è anche anche una tunica di Gesù conservata nella Cattedrale di Treviri( Germania)
La Sacra Tunica (in lingua tedesca Der Heilige Rock) è una reliquia conservata nel duomo di Treviri e consistente in un pezzo di stoffa, priva di cuciture, che si ritiene abbia fatto parte della tunica che indossava Cristo prima della sua crocifissione e che, secondo il Vangelo di San Giovanni, i soldati romani preposti alla sorveglianza del patibolo si disputarono tirandola a sorte.
Secondo la tradizione la tunica (o meglio, parte di essa) venne in possesso di sant’Elena, madre dell’imperatore Costantino il Grande, che l’avrebbe consegnata a sant’Agrizio, arcivescovo di Treviri, affinché la portasse a Treviri.
E grazie a Marie Pierre
